lunedì 2 maggio 2016

Archivio - Cosmo Oro 3: Stelle Come Polvere di Isaac Asimov

COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 03
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani
Titolo originale
THE STARS LIKE DUST (1951)
Revisione della traduzione originale (Pietro Leoni) di Renato Prinzhofer.


1951 Isaac Asimov, Doubleday
1972 by Editrice Nord, Via Andrea Doria 48/c - 20124 Milano.Per gentile concessione della Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.


In copertina un dipinto del pittore Antonio Cazzamali.

Siamo appena alla terza uscita per la serie Cosmo Oro della Editrice Nord e gli autori sono Heinlein, Campbell e Asimov. 
Tre capisaldi indiscussi e imperituri della fantascienza tutta. Con l’eccezione del volume antologico che racchiude i tre romanzi del ciclo mega spaziale di Campbell, gli altri due, però, non sono opere centrali dei rispettivi autori che faranno successo e fortuna con altro. Sono opere comunque valide, "prestate" alla Nord da altri editori italiani qui in veste editoriale lussuosa in un modo che raramente si era visto per il genere nel nostro paese. La Mondadori che la Nord ringrazia per "Stelle come Polvere", è il più grande colosso editoriale italiano e il (quasi) primo editore italiano a cimentarsi in questo genere narrativo praticamente tutto straniero e che proprio negli anni di debutto di Urania (1952), si era ormai trasformato nel suo paese di origine da genere PULP, sostanzialmente avventuroso a "Narrativa d’Anticipazione sociologica". Da Astounding di Campbell a Galaxy di Gold e Phol.   



Urania elogiò Galaxy ignorando quasi completamente Astounding. Dal punto di vista dei critici e storici stranieri (vedi Michael Ashley) il fatto che in Italia il più grande editore Italiano si cimentava nel genere era un motivo di orgoglio per tutti gli appassionati. Per i soli appassionati italiani, soprattutto col senno di poi, è stato un motivo di freno e ghettizzazione del genere in un paese non facile come il nostro. Lasciamo perdere Giorgio Monicelli (il povero, geniale fratello di Mario) che inventò Urania (erano comunque per noi periodi pioneristici con i limiti e i pregi che ci si può aspettare), onore e stima al povero Giuseppe Lippi che con tenacia e pazienza fa quello che può nel suo ufficio giù nello scantinato tra i bagni e la stanza delle caldaie ma pensate a Fruttero e Lucentini ...... 

Non vorremmo far apparire l’editoria italiana di fantascienza divisa solo tra, Urania la "poverella" pubblicazione di un editore di lusso e le lussuose edizioni di un editore "poverello", la Nord. In mezzo, tanti piccoli editori fecero la loro parte, spesso con orgoglio, come, Fanucci (periodo De Turris/Fusco), La Tribuna di Piacenza e Ponzoni di Milano ( Monicelli in incognito) con quest’ultima che praticamente è stata la "proto Nord".

Ma questa è un’altra storia. Resta il problema che per tantissimo tempo a casa nostra la fantascienza è stata:
1-solo quel tipo di fantascienza sociologica di Galaxy e compagnia (si, più matura, qualche volta. Si, probabilmente scritta meglio, quasi sempre) ignorando quasi del tutto  gli altri "sotto": stili, movimenti e periodi.
2-Il genere per troppi anni è stato ghettizzato a "quella cosetta da edicola per ragazzi o per viaggiatori intenti ad ammazzare il tempo fra un treno e l’altro".

Ironicamente questo da noi succedeva  proprio con quella fantascienza che invece in America era considerata l’evoluzione matura dell’epoca d’oro campbelliana, ma soprattutto dell’epoca precedente gernsbechiana la quale in patria era considerata  "quella cosetta da edicola per ragazzi o per viaggiatori intenti ad ammazzare il tempo fra un treno e l’altro"
L’Italia è puntualmente in ritardo.

Forse non è del tutto un’altra storia.

Asimov.
Isaac Asimov.
Nessuna nota biografica avrebbe senso e francamente apparirebbe ridondante metterla qui (anche perché ci pensò lui stesso a fare la cronaca, giorno per giorno, della sua vita).

LO scrittore  di Fantascienza. LO scienziato scrittore di Fantascienza.
L’unico autore di fantascienza ad essere stato accettato dalla cultura generalista rimanendo nel genere (con buona pace di Vonnegut e di Bradbury i quali, il primo, ha dovuto rinunciare al genere, il secondo, per essere accettato dovette farsi addomesticare).
Si dice che l’unico altro scrittore specializzato che può stargli alla pari per fama e successo sia Arthur C. Clarke ma il paragone è fatto sempre dal punto di vista del mainstream e dovuto a  successi postumi, di altra natura (e aggiungiamo, a nostro avviso, sopravvalutati). 

Isaac Asimov è stato uno degli autori, "scoperti" e cullati da Campbell durante i primi anni della sua gestione di Astounding ma non è stato il principale autore di spicco dei '40, gli anni dell’età dell’oro a differenza di Heinlein, il quale cominciò a scrivere romanzi pubblicati direttamente in libro qualche anno prima di Asimov. A posteriori resta affascinante raffrontare e analizzare la carriera di entrambi, soprattutto nei primi anni ma qui andremo fuori dal seminato e comunque è stato fatto già molte volte con l’aggiunta anche di Campbell. Diciamo, per semplificare, che Heinlein è l’autore di fantascienza più importante per gli appassionati, Asimov per tutti gli altri.

"The Stars, Like Dust" è del 1951. 
E’ il secondo romanzo di Asimov e il secondo ad essere pubblicato direttamente in volume, contemporaneamente alla pubblicazione a puntata su Galaxy.
E’ un passo importante.
Le riviste di fantascienza cominciarono a declinare proprio per l’evoluzione dell’editoria, dalle riviste passando direttamente al libro. Siamo ancora lontani da Samuel Delany, forse il primo autore di FS ad aver debuttato direttamente su libro ma è ugualmente un passo importante.
La carriera di Asimov cominciò a decollare sul serio proprio con i romanzi pubblicati direttamente su libro e poi con i saggi scientifici. 

Stelle come polvere (noto anche come "Il Tiranno dei Mondi") precede lo strasuccesso della Fondazione, lo precede anche cronologicamente nella "Storia Futura" di Isaac Asimov. 
Il romanzo si colloca tra le storie a puzzle dei robot, con le famosissime tre leggi  campbelliane e la Trilogia Galattica con Seldon e il "Mulo".
E’ una space opera, di quella più matura e raffinata che altri autori, stavano o staranno per realizzare da li a poco, come Anderson, Dickson, Herbert, ed è intrisa di misteri da indizi tipici della narrativa di Asimov. Ci sono personaggi caratterizzati bene e in modo abbastanza originale (eccetto il protagonista), una "prinicpessa" che non ha bisogno di essere salvata, un cattivo carismatico e "per bene", colpi di scena, momenti di pura e di commedia sofisticata che ben miscelati non guastano, il tutto con sfondo un affresco politico militare galattico delineato quanto basta per incuriosire.

Forse il più "leggero" dei tre libri pubblicati fino a quel momento nella collana ma sicuramente il più raffinato.







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