giovedì 25 agosto 2016

DOVE MI HAI PORTATO A CENA?

Per storia e tradizione (e clima) le genti della Gran Bretagna sono da secoli portate a chiudersi in luoghi affollati, pieni di fumo e di birra e di musica, chiamati pub, Public House. Ogni popolo possiede il suo ritrovo di aggregazione sociale con il suo specifico nome. Noi italiani avremmo le osterie ma a differenza degli inglesi e degli irlandesi questa cultura non siamo mai riusciti ad esportarla in tutto il mondo e credo che neanche ci abbiamo provato. Anzi si può dire che anche da noi le osterie siano un ricordo legato ai nostri nonni ormai sostituite a macchia d’olio dal "Bistrot" francese e dal  pub "alla irlandese" dove gestori (italiani) improvvisati servono guinnes spillata male (sul ritrovo sociale preferito dagli americani, proprio quello, diffuso in ogni angolo del pianeta, preferisco stenderci un velo pietoso).



Tornando alla "perfida" Albione e al tema che ci riguarda, la musica, nessuno può negare il fondamentale ruolo rivestito dai locali di ritrovo ed intrattenimento in terra britannica per la nascita e l’evoluzione della musica rock. Sulla musica nei pub basta solo ricordare che esiste un movimento chiamato proprio Pub Rock (country/blues) sorto  nella parte nord di Londra agli inizi degli anni '70. Ma quello che interessa a noi adesso, più che i pub, è il fenomeno dei Nightclub. Per lo più postacci. Bettolette,  localini che se non era per la musica di altissima qualità che proponevano non ci sareste entrati neanche per chiedere una gazzosa. 


Agli inizi la scena era dominata dal jazz in posti come il Laurie’s jazz club, oppure l’Humphrey Lytteton Club, in uno scantinato al n.100 di Oxford Street. Furono  per tutti i '50 i luoghi dove si poteva andare ad ascoltare gente come Chris Barber e i giovani MOD cominciavano a farsi un’identità sociale. Il "Flamingo club" a Soho nel West End, attivo tra il 1957 ed il 1962, era nato in un periodo dove ancora il jazz in Inghilterra aveva un seguito. Ci fecero le ossa gente come George Fame, Chris Farlowe e Zoot Money. Tutti con le loro rispettive band.

Verso la fine dei '60 c'era il famosissimo ed effimero UFO club, nel cuore di Londra. Tempio dell’underground "alla moda" e palestra per i neonati Pink Floyd, Soft Machine, Bonzo Dog Doo Dah Band, Arthur Brown
Per l’underground più genuino c’era Il cafè In The Hall Of The Mountain Grill (che darà il titolo ad uno degli album migliori degli Hawkwind) a Portobello Road, sempre nel West  End. Era il luogo di ritrovo obbligato per chi viveva e suonava li. Michael Moorcock, Mick Farren (altro scrittore e musicista) e i sui Social Deviants, gli High Tide, gli stessi Hawkwind, la Third Ear Band (quelli del Macbeth di Roman Polansky), scrittori e musicisti riusciti ad uscire dal sommerso, oltre che dagli stretti confini del loro quartiere affollato di turisti, rimanendo comunque portavoce di quella stagione, dei suoi luoghi e della sua gente, oltre alla loro filosofia di vita, e crearsi una nicchia "sotterranea" alla psichedelia più gettonata.

Eppure tutto era nato nella parte opposta di Londra in un club di Ealing, nel cuore dell’East End dove dalla fine dei '50 fino al 1962 i due pionieri del blues britannico, Alexys Korner e Cyril Davies che da poco avevano abbandonato Chris Barber, divennero direttori artistici del Tiny Little Teashop. In quei pochi anni, tra una tazza di the e l’altra, sul palchettino si esibirono insieme a Korner e Davis con il nome collettivo di Blues Incorporated giovani di belle speranze come, Mick Jagger, Keith Richards, Brian Jones, Charlie Watts, Jack Bruce, Ginger Baker, Graham Bond, Dick Heckstall-Smith, Jimmy Page, Jeff Beck .... 

Nel 1962 a causa del successo ottenuto e per la cecità dei gestori della sala da the. la Blues Inc. si trasferì nel West End al n.165 di Oxford street. The Marquee. Sorto come ennesimo locale di jazz e skiffle divenne presto il centro del movimento musicale della "swinging london" e quindi del mondo.  Ma la grande, magnifica, irripetibile epoca del  Marquee club si ebbe quando nel 1964 il locale si trasferì al  numero 90 di Wardour Street. 
Per rendersi conto dell’importanza avuta da questo locale per la genesi del rock, meglio di tante parole, basterebbe guardarsi una qualunque delle locandine pubblicate dal locale, specie tra il ‘66 e il ‘71 e rimanere di pietra. 
Esisteva il sito web di un fan, tempo fa, con tutte le liste storiche dei concerti al Marquee. Al momento non sembra più attivo ed è un gran peccato.







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